Halaven® (eribulina) riceve l'autorizzazione all'immissione in commercio da parte della Commissione Europea per il trattamento del carcinoma mammario in stadio avanzato dopo un solo regime chemioterapico precedente
HATFIELD, England, July 3, 2014 /PRNewswire/ --
La nuova indicazione per l'uso più precoce del farmaco permetterà a migliaia di donne in tutta Europa di beneficiare del trattamento
La Commissione europea ha rilasciato l'autorizzazione all'immissione in commercio (AIC) ad Halaven® (eribulina) per il trattamento di pazienti con carcinoma mammario localmente avanzato o metastatico (MBC) che abbiano mostrato progressione dopo almeno un regime chemioterapico per malattia in stadio avanzato. La terapia precedente deve aver compreso almeno un'antraciclina e un taxano in setting adiuvante o metastatico, salvo nel caso in cui le pazienti non fossero idonee a tali trattamenti.[1]
"L'impiego di questo trattamento dopo un solo regime chemioterapico precedente per la malattia in fase metastatica rappresenta un passo avanti per le donne affette da questa grave patologia e offre maggiore flessibilità nel trattamento di donne che si trovano in uno stadio avanzato della malattia," ha dichiarato il prof. dott. Chris Twelves, docente di oncologia e farmacologia oncologica clinica e oncologo onorario in oncologia medica presso l'Università di Leeds e il St James's Institute of Oncology.
L'AIC di eribulina si basa sulle evidenze cliniche di due sperimentazioni di Fase III condotte a livello mondiale, EMBRACE (Eisai Metastatic Breast Cancer Study Assessing Treatment of Physician's Choice Versus Eribulin)[2] e lo studio 301,[3] a cui hanno partecipato più di 1.800 donne.
Lo studio clinico EMBRACE ha dimostrato che eribulina è in grado di prolungare la sopravvivenza complessiva mediana nelle pazienti fortemente pretrattate affette da carcinoma mammario metastatico rispetto alle pazienti sottoposte a un trattamento alternativo stabilito dal medico curante (treatment of physician's choice - TPC) di 2,7 mesi (eribulina 13,2 vs TPC 10,5 HR 0,81 [IC 95%:0,67-0,96] p nominale = 0,014). Le reazioni avverse segnalate più comunemente nel braccio di trattamento con eribulina sono state: affaticamento (astenia), riduzione del numero di globuli bianchi che combatte le infezioni (neutropenia), caduta dei capelli (alopecia), intorpidimento e formicolio nelle braccia e nelle gambe (neuropatia periferica), nausea e stipsi.[2] EMBRACE è uno dei soli 25 studi clinici ad aver dimostrato un prolungamento significativo della sopravvivenza complessiva (come endpoint primario o secondario) nel carcinoma mammario metastatico negli ultimi 40 anni.[4]
Lo studio 301, un confronto diretto tra eribulina e capecitabina, aveva un endpoint co-primario di sopravvivenza complessiva (OS) e sopravvivenza libera da progressione (PFS). Lo studio ha dimostrato una tendenza al miglioramento della OS con eribulina rispetto a capecitabina nella popolazione intention-to-treat, sebbene tale miglioramento non fosse statisticamente significativo.[3] Le pazienti trattate con eribulina hanno evidenziato una OS mediana di 15,9 mesi rispetto a 14,5 mesi nel caso della capecitabina (HR 0,879; IC 95%: 0,770-1,003; p=0,056).[3] Nelle pazienti con carcinoma mammario metastatico con recettori per fattore di crescita epiteliale umano 2 negativo la sopravvivenza globale è stata di 15,9 mesi per eribulina vs 13,5 mesi per capecitabina (HR 0,838; IC 95%: 0,715-0,983)[3]. Gli eventi avversi più comuni riferiti per eribulina e capecitabina (≥20% per tutti i gradi) sono stati rispettivamente: neutropenia (54% vs 16%), eritrodisestesia palmo-plantare (<1%% vs 45%), alopecia (35% vs 4%), leucopenia (31% vs 10%), diarrea (14% vs 29%) e nausea (22% vs 24%).[3]
"Eisai è molto lieta che l'eribulina abbia ora ricevuto autorizzazione all'indicazione per il trattamento di pazienti con carcinoma mammario localmente avanzato o metastatico (MBC) che abbiano mostrato progressione dopo almeno un regime chemioterapico per malattia in stadio avanzato. L'uso più precoce di eribulina permetterà a un numero maggiore di donne in tutta Europa di ottenere i benefici in termini di sopravvivenza possibilmente offerti dal trattamento con questo farmaco. La nostra azienda rinnova il proprio impegno ad ampliare l'accesso ad eribulina per tentare di risolvere il problema delle disparità negli esiti del trattamento nel carcinoma mammario in fase iniziale e in fase avanzata", ha dichiarato Gary Hendler, Presidente e CEO di Eisai EMEA.
Eisai si dedica a scoprire, sviluppare e produrre terapie oncologiche innovative che possano fare la differenza e avere un impatto positivo nelle vite delle pazienti e delle loro famiglie. Questa dedizione alle persone è parte integrante della missione di Eisai nel settore dell'assistenza sanitaria umana (human health care, hhc), che cerca di comprendere meglio le esigenze dei pazienti e delle loro famiglie per incrementare i benefici offerti dal settore sanitario.
Note per gli editori
Halaven® (eribulina)
Eribulina è un inibitore non taxano della dinamica dei microtubuli indicato per il trattamento di pazienti con carcinoma mammario precedentemente sottoposte ad almeno due regimi chemioterapici per tumore mammario metastatico e la cui precedente terapia deve avere incluso un'antraciclina e un taxano. Eribulina appartiene ad una classe di agenti antineoplastici, le alicondrine, che sono un prodotto naturale isolato dalla spugna marina Halichondria okadai. Si ritiene che agisca inibendo la fase di accrescimento dinamico dei microtubuli che impediscono la divisione cellulare.
Dal suo lancio negli USA nel 2010, 49.000 donne sono state trattate con eribulina in tutto il mondo.
Studio clinico globale di Fase III (EMBRACE)[2]
EMBRACE (Eisai Metastatic Breast Cancer Study Assessing Treatment of Physician's Choice (TPC) Versus Eribulin E7389) è stato uno studio internazionale multicentrico randomizzato in aperto, a due bracci paralleli, volto a confrontare la sopravvivenza complessiva nelle pazienti trattate con eribulina rispetto ad una terapia stabilita dal medico curante (TPC). La TPC viene definita come chemioterapia ad agente singolo, trattamento ormonale o terapia biologica approvati per il trattamento del cancro, o trattamento palliativo o radioterapia somministrata secondo la pratica locale. Lo studio comprendeva 762 pazienti affette da carcinoma mammario metastatico sottoposte in precedenza ad almeno due e fino a un massimo di cinque regimi di chemioterapia, comprendenti un'antaciclina e un taxano. La maggior parte (96%) delle pazienti nel braccio TPC è stata sottoposta a chemioterapia.
Nella popolazione totale dello studio di fase III EMBRACE, l'eribulina ha dimostrato di estendere la sopravvivenza complessiva mediana nelle pazienti fortemente pretrattate con carcinoma mammario metastatico rispetto alle pazienti sottoposte a un trattamento stabilito dal medico curante (TPC) di 2,7 mesi (eribulina 13,2 vs TPC 10,5 HR 0,81 (IC 95%: 0,67-0,96) p nominale = 0,014). Un'analisi pre-pianificata in pazienti della Regione 1 dello studio (Nord America/Europa occidentale/Australia) ha evidenziato un miglioramento significativo della sopravvivenza complessiva mediana con eribulina rispetto a TPC di 3,0 mesi (p nominale = 0,031).
Le reazioni avverse più comunemente riportate nelle pazienti trattate con eribulina nello studio EMBRACE sono state affaticamento (astenia), diminuzione del numero di globuli bianchi (neutropenia), perdita di capelli (alopecia), intorpidimento e formicolio nelle braccia e delle gambe (neuropatia periferica), nausea e stipsi. La neuropatia periferica è stato l'evento avverso che ha principalmente causato la sospensione della terapia, verificatosi in meno del 5% delle pazienti coinvolte nello studio EMBRACE. Il decesso dovuto a gravi effetti collaterali, lasospensione e gli eventi avversi gravi sono stati inferiori nel braccio eribulina dello studio rispetto al braccio TPC.
Studio globale di fase III 301[3]
Lo studio 301 è stato condotto come studio multicentrico, in aperto, randomizzato, a due bracci paralleli di Halaven (eribulina) rispetto alla capecitabina su 1.102 donne con carcinoma mammario localmente avanzato o metastatico precedentemente trattate con antracicline e taxani, sia in (neo) adiuvante che per la patologia localmente avanzata o metastatica. Questo studio si collocava al di fuori delle indicazioni autorizzate per l'eribulina. Le pazienti trattate nello studio avevano ricevuto da zero a due precedenti chemioterapie per tumore in stadio avanzato.
Lo studio ha avuto inizio nel 2006 e l'ultima paziente è stata randomizzata nel 2010. Le pazienti sono state randomizzate al trattamento con eribulina 1,23 mg/m2 (somministrata per via endovenosa nell'arco di 2-5 minuti nei giorni 1 e 8, in cicli di 21 giorni) o con capecitabina 2,5 g/m2 (somministrata oralmente due volte al giorno in dosi uguali nei giorni da 1 a 14, ogni 21 giorni).
Lo Studio 301 ha avuto un endpoint co-primario di sopravvivenza globale (OS) e di sopravvivenza senza progressione (PFS). Lo studio ha dimostrato un miglioramento della sopravvivenza globale (OS) con eribulina rispetto alla capecitabina nella popolazione totale delle pazienti da trattare (ITT), sebbene tale miglioramento non rappresenti un dato statisticamente significativo. Le pazienti trattate con eribulina hanno riportato una OS mediana di 15,9 mesi (HR 0,879; 95% IC: 0,770-1,003; p=0,056) rispetto ai 14,5 mesi riportati con capecitabina. Lo studio non ha raggiunto l'endpoint prefissato per la sopravvivenza libera da progressione, con 4,1 e 4,2 mesi per eribulina e capecitabina, rispettivamente (HR 1,079, IC 95%: 0,932-1,250; p=0,305).
I tassi di sopravvivenza complessiva a 1, 2 e 3 anni per eribulina rispetto a capecitabina hanno evidenziato un miglioramento precoce, mantenuto nel corso dell'intero studio (a 1 anno: 64,4% eribulina vs 58,0% capecitabina (p = 0,035); a 2 anni: 32,8% eribulina vs 29,8% capecitabina (p = 0,324); a 3 anni: 17,8% eribulina vs 14,5% capecitabina (p = 0,175).
A differenza degli studi condotti attualmente, lo studio 301 ha incluso tutte le donne indipendentemente dallo stato dei recettori per fattore di crescita epiteliale umano 2 (HER2), estrogeni (ER) o progesterone (PR). Le pazienti vengono generalmente sottoposte al test per lo stato recettoriale HER2 in quanto attualmente ci sono dei trattamenti efficaci per le pazienti positive alla mutazione HER2. Le pazienti con HER2 positivo generalmente non vengono trattate con terapie mirate per carcinoma non-HER2 positivo. In un'analisi esplorativa per il sottogruppo pianificato di donne con HER2 negativo (n = 755), la OS è stata di 15,9 mesi per eribulina vs 13,5 mesi per capecitabina (HR 0,838; IC 95%: 0,715-0,983). Nella popolazione con HER2 positivo (n=169) la OS è stata di 14,3 mesi per eribulina vs 17,1 mesi per capecitabina (HR 0,965; IC: 0,688-1,355).
Gli eventi avversi nello Studio 301 si sono rivelati in linea con il profilo noto di entrambi i farmaci.
Carcinoma mammario metastatico
Ogni anno in Europa a più di 300.000 donne viene diagnosticato un carcinoma mammario, un terzo di queste sviluppa in seguito una patologia metastatica.[5],[6] La patologia metastatica è una fase avanzata della malattia che si verifica quando il cancro si diffonde oltre al seno anche ad altre parti del corpo.
Eisai in Oncologia
Il nostro impegno volto al progresso nella ricerca oncologica, costruito sull'esperienza scientifica, è supportato dalla capacità globale di condurre ricerche di scoperta e pre-cliniche e di sviluppare micromolecole, vaccini terapeutici, agenti biologici e terapie di supporto per svariate tipologie di tumori.
Informazioni su Eisai
Eisai è una casa farmaceutica leader a livello mondiale nel settore Ricerca e Sviluppo (R&S) e delinea come missione aziendale l'impegno di "dare priorità ai pazienti e alle famiglie e incrementare i benefici per la salute" definita da Eisai stessa "human health care" (hhc).
Eisai si concentra nelle sue attività di R&S in tre aree terapeutiche chiave:
- Oncologia: terapie antitumorali, regressione del tumore, estirpazione del tumore, anticorpi e terapie di supporto per il cancro, sollievo dal dolore e dalla nausea
- Neuroscienze: Alzheimer, sclerosi multipla, dolore severo cronico , epilessia, depressione
- Reazioni immunologiche/vascolari: sindrome coronarica acuta, malattia aterotrombotica, sepsi grave, artrite reumatoide, psoriasi, morbo di Crohn
Con attività negli Stati Uniti, in Asia, in Europa e nel mercato nazionale giapponese, Eisai impiega oltre 10.000 dipendenti in tutto il mondo. Dal suo Knowledge Centre EMEA situato a Hatfield, Regno Unito, Eisai ha recentemente ampliato le proprie attività di business per includere l'Europa, il Medio Oriente, l'Africa e la Russia (EMEA). Eisai EMEA è impegnata in operazioni di vendita e marketing in oltre 20 mercati, tra cui Regno Unito, Francia, Germania, Italia, Spagna, Svizzera, Svezia, Irlanda, Austria, Danimarca, Finlandia, Norvegia, Portogallo, Repubblica Ceca, Slovacchia, Paesi Bassi, Belgio,Medio Oriente e Russia.
Per ulteriori informazioni visitare il sito web http://www.eisai.it
Bibliografia
1. European Commission Implementing Decision for Halaven received June 2014
2. Cortes J, O'Shaughnessy J, Loesch D, et al. Eribulin monotherapy versus treatment of physician's choice in patients with metastatic breast cancer (EMBRACE): a phase 3 open-label randomised study. The Lancet. 2011;377:914-923
3. Kaufman P, Awada A, Twelves C et al. A Phase III, open-label, randomised, multicenter study of eribulin mesylate versus capecitabine in patients with locally advanced or metastatic breast cancer previously treated with anthracyclines and taxanes. Presented at 2012 CTRC-AACR San Antonio Breast Cancer Symposium
4. Data on File ERI-099 Improvement in Overall Survival in Metastatic Breast Cancer
5. World Health Organization. Atlas of Health in Europe. 2003. World Health Organization, Regional Office of Europe, Copenhagen, Denmark
6. Cancer Research UK. Breast cancer incidence statistics. http://www.cancerresearchuk.org/cancer-info/cancerstats/types/breast/incidence/#world. Last accessed May 2014
Data di preparazione: luglio 2014
Codice lavoro: Halaven-UK0302b
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