Ali Rezaian, fratello di Jason Rezaian, giornalista del Washington Post e detenuto dell'Iran, reagisce alla notizia dell'imminente viaggio in Europa del Presidente Rouhani
WASHINGTON, 13 novembre 2015 /PRNewswire/ -- Nei giorni precedenti all'imminente viaggio in Francia e Italia del Presidente Rouhani, Ali Rezaian, fratello del giornalista del Washington Post Jason Rezaian, ha dichiarato:
"Mentre il Presidente Rouhani viaggia in Europa questo fine settimana per tendere la mano a leader mondiali, incluso Papa Francesco e il Presidente Hollande, non dimentichiamo coloro che come mio fratello, il reporter del Washington Post Jason Rezaian, sono illegalmente e ingiustamente detenuti nelle prigioni dell'Iran.
Jason è un giornalista di talento che rispettava la legge ed è stato arrestato semplicemente perché faceva il suo lavoro. In quanto reporter e figlio di madre americana e padre iraniano residenti negli Stati Uniti, Jason si impegna nel superare il divario culturale tra l'Iran e l'Occidente. Ha vissuto l'incubo di essere un uomo innocente ingiustamente imprigionato in un Paese che amava, in cui il sistema della giustizia non è né indipendente né imparziale.
Jason è stato detenuto senza basi giuridiche, trattenuto per mesi in isolamento e interrogato senza sosta dalle autorità iraniane. Ormai è detenuto da circa 16 mesi nel famigerato carcere iraniano di Evin, dove ha subito maltrattamenti fisici e psicologici e la questione non sembra avere fine. Il processo di Jason è stato una completa farsa: era a porte chiuse, assolutamente senza un giusto processo ed era ripetutamente rinviato per ragioni apparentemente politiche.
La detenzione illegale di mio fratello Jason e di tantissime altre vittime innocenti detenute dall'Iran viola lo stato di diritto ed va contro ogni sforzo in 'buona fede' verso il Presidente Rouhani per coinvolgere la comunità internazionale. Io e la mia famiglia abbiamo la speranza che Papa Francesco, il Presidente Hollande e gli altri leader mondiali che danno un valore alla giustizia e alla libertà sollevino tali questioni e sostengano il rilascio immediato di mio fratello durante i prossimi incontri con il Presidente Rouhani."
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