La domanda interna, superiore al previsto, guida la crescita nei paesi "core" dell'economia europea, ma il rischio rimane; gli Stati Uniti procedono su una traiettoria di crescita stabile e l'indice di rating, visto al rialzo, viene promosso a tripla AAA
WASHINGTON, 17 giugno 2015 /PRNewswire/ -- In base ai nuovi rating nazionali dell'agenzia INCRA (International Non-profit Credit Rating Agency, un progetto della Fondazione Bertelsmann), nonostante la stagnazione registrata nel primo trimestre, nel 2015 la Germania, l'Italia e la Francia continueranno a crescere. Tuttavia permangono nell'Eurozona significativi rischi al ribasso, non ultimo quello dovuto all'attuale crisi del debito in Grecia.
Gli Stati Uniti con ogni probabilità saranno un driver più affidabile nell'economia globale dei prossimi anni, prevedendo una crescita compresa tra l'1,5 e il 3 per cento nel 2015 e tra il 2,5 e il 3 per cento nel 2016. Nonostante una certa volatilità osservata nel corso dei trimestri, l'INCRA ha innalzato il rating statunitense del 2013 da doppia AA+ a tripla AAA. I bassi prezzi dell'energia e il tasso di occupazione più elevato forniscono una base stabile grazie alla quale l'economia americana potrà proseguire nella sua fase di crescita.
Per le sue valutazioni sul debito sovrano l'INCRA si basa su degli indicatori prospettici, oltre che su dei dati macroeconomici tradizionali. Si tratta di indicatori altamente qualitativi che includono, per esempio, la gestione delle crisi di governo e le capacità di riforme, nonché gli investimenti nell'educazione e nelle infrastrutture.
Ulteriori conclusioni sull'Eurozona:
- La domanda interna continua a essere il principale motore per la crescita di Francia, Germania e Italia. In Germania la domanda interna ha beneficiato dell'aumento dei salari, della crescita della formazione di capitale fisso e dell'export in continua crescita, determinando così un'ulteriore accelerazione della crescita nel 2015. In Francia e in Italia le speranze iniziali per una spinta proveniente dal settore del commercio estero non si sono ancora concretizzate nel 2015.
- Nonostante i dati mensili più recenti e contrariamente a timori comunemente diffusi, specialmente in Germania, il problema dell'Eurozona non è l'inflazione bensì la generale mancanza di quest'ultima. Nel 2014, in Italia, l'indice dei prezzi al consumo (CPI - Consumer Price Index) ha registrato una debole crescita, aumentando appena dello 0,2 per cento. In Germania e in Francia, l'inflazione rimane bene al di sotto dell'obiettivo del 2 per cento fissato dalla Banca centrale europea.
- In Francia e in Italia la disoccupazione giovanile continua a rappresentare una sfida importante, che non è stata ancora affrontata in maniera efficace dalla legislazione attualmente in vigore. Mentre l'elevato tasso di disoccupazione continua a costituire, nel complesso, una fonte di preoccupazione in tutta Europa, in Germania la disoccupazione ha raggiunto i livelli minimi da venti anni a questa parte e il tasso di disoccupazione giovanile tedesco è il secondo più basso al mondo.
- In Germania, Francia e Italia si registrano considerevoli passività potenziali, derivanti dall'eventualità di futuri programmi per il salvataggio di di banche o governi nell'Eurozona. Specialmente nel caso della Francia, che è vista come uno dei paesi più deboli nel cuore dell'Eurozona, eventuali programmi di salvataggio potrebbero determinare effetti di ricaduta negativi sul settore bancario. Allo stesso tempo, un possibile contagio dell'attuale crisi del debito in Grecia continua a minacciare la fiducia degli investitori nei confronti dell'Italia.
Osservazioni relative ai singoli paesi:
- Germania: fatta eccezione per il sistema di sicurezza sociale, gli indicatori prospettici forniscono segnali positivi. La relazione arriva alla conclusione che per la Germania è giunta l'ora di intraprendere il difficile processo di riforma degli aiuti sociali.
- Francia: i maggiori rischi strutturali della Francia sono rappresentati dalle inflessibili leggi sul lavoro e dai limiti che le divisioni di classe e di grado di istruzione impongono alla mobilità sociale. Nonostante gli attuali sforzi nel campo delle riforme, all'interno della relazione viene messa in luce una mancanza di volontà politica e di sostegno popolare per applicare i drastici cambiamenti che si rendono necessari.
- Italia: nonostante l'impressionante consolidamento fiscale registrato nel corso degli ultimi anni, il debito pubblico italiano rimane ancora a livelli allarmanti. Gli elevati livelli di ammortamenti annuali che ne conseguono rendono necessario un continuo accesso al mercato. Se il problema del debito sovrano greco peggiora, sarà difficile prevedere quali saranno gli effetti per l'Italia.
- Stati Uniti: negli Stati Uniti una crescita economica sana non ha solo portato a una ripresa del mercato del lavoro, ma ha anche consentito di dissipare quasi totalmente un'altra preoccupazione di vecchia data, che ha rappresentato una causa di lotta politica interna: il deficit del bilancio federale, espresso in percentuale rispetto al PIL, è sceso attestandosi al 2,8 per cento nell'anno fiscale 2014, permettendo così di ridurre, almeno temporaneamente, il deficit fiscale statunitense.
La Fondazione Bertelsmann ha sviluppato la sua proposta per il progetto INCRA in seguito alla crisi finanziaria del 2008 e alla successiva critica delle procedure adottate dalle principali agenzie di rating del credito. La prima relazione all'interno della quale è illustrato il progetto INCRA e i primi rating nazionali sono stati pubblicati dalla Fondazione nel 2012. La Fondazione crede che i rating INCRA offrano una qualità maggiore, in quanto nella determinazione dei rating viene inclusa una vasta gamma di indicatori macroeconomici specifici oltre ai cosiddetti indicatori prospettici, ossia degli indicatori che rispecchiano lo sviluppo socioeconomico di un paese. Inoltre, il progetto INCRA offre una maggiore trasparenza nel processo di rating. La struttura legale del modello INCRA si prefigge inoltre l'obiettivo di eliminare conflitti di interesse inerenti all'attuale settore di agenzie di rating del credito.
NOTA: I rating per campione calcolati dall'INCRA sono il risultato di un esercizio policy-driven e NON sono rating commerciali.
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